16 maggio 2013

Castellammare di S. (NA) - Esami-farsa nel suo istituto: condannata la preside

Stangata per l’ex preside dell’Itis “Renato Elia”, Elisa Savarese, nonché per i professori e gli studenti privatisti che sono stati ritenuti suoi complici nell’organizzare gli esami-farsa che tra il 2004 e il 2006 portarono a una raffica di diplomi più che sospetti.
Sette anni e mezzo di reclusione alla donna che all’epoca guidava l’istituto tecnico alla periferia di Castellammare, cui si aggiunge la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. E’ la condanna inflitta ieri dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (presidente Alfonso Barbarano, a latere Ernesto Anastasio e Luca Della Ragione) al termine del processo per falso e truffa ai danni dello Stato. Una condanna ancora più dura di quella invocata dalla pubblica accusa: nella sua requisitoria il pm Silvio Pavia aveva chiesto 6 anni nei confronti dell’ex preside.
Nonostante la corte abbia riconosciuto la prescrizione per alcuni degli episodi contestati, la preside ha incassato 7 anni e mezzo in primo grado. Pesante la condanna a 3 anni e cinque mesi anche per suo figlio, Giancarlo Brancaccio, che figurava tra gli studenti privatisti che riuscirono a conquistare un diploma con il giochetto messo su all’Elia in quegli anni: un ulteriore titolo, con una specializzazione informatica, da aggiungere al suo curriculum.
Spiccano per la durezza anche le condanne a Elena Silvana Fontanella, considerata braccio destro della Savarese e unica imputata per la quale il pm ritenne di dover chiedere la pena anche per il reato di corruzione: 5 anni e mezzo, a fronte di una richiesta di 3 anni e mezzo avanzata dal pm.
L’inchiesta partì dalla denuncia del professore Vincenzo Cesarano che notò una serie di stranezze che segnarono le prove di idoneità all’ultimo anno e gli esami di Stato tra il 2004 e il 2006. A partire dal numero di alunni che andavano a ingrossare le classi dell’ultimo anno. Un boom di iscritti ricostruito, nel corso del dibattimento, anche dalla polizia giudiziaria che condusse materialmente le indagini.

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