22 maggio 2012

Cina - La miliardaria truffatrice scampa alla pena di morte

22 gennaio 2012 - Aveva 26 anni quando nel 2007 è stata arrestata per “raccolta fraudolenta di fondi”; Wu Ying oggi ha 31 anni: ex imprenditrice miliardaria ed ex proprietaria del gruppo Zhejiang Bense Holding.
770 milioni di yuan (oltre 122 milioni di dollari) il bottino intascato avanzando false promesse di alti guadagni ad investitori, nel biennio 2005-2007; molti i debiti lasciati scoperti e i 380 milioni di yuan mai restituiti.
“Con i suoi gravi crimini ha causato enormi perdite per il Paese e per il suo popolo, e pertanto dovrà pagare”, scriveva venerdì il China Daily. E' stata condannata a morte: “nei casi di raccolta illegale di fondi la legge prevede come massima sanzione la pena di morte”, specifica il China Daily.
Wu Qilun, commentatore finanziario, sottolinea come la morte dell'imprenditrice cinese sarà di grande insegnamento per tutti: "io penso che la mole degli illeciti commessi e il numero delle persone rimaste implicate richieda necessariamente delle misure molto dure. Wu Ying dovrà morire, questo è il prezzo delle sue colpe e sarà anche un avvertimento per tutti gli altri.”

22 maggio 2012 - Wu Ying, l'imprenditrice cinese un tempo tra le donne piu ricche del paese accusata di frode, e' scampata alla pena di morte. Lo ha deciso lunedi' con un rinvio a giudizio di due anni l'Alta Corte dello Zhejiang, lo stesso tribunale che nel 2009 l'aveva condannata alla pena capitale.
Un mese fa, dopo che la donna aveva ammesso il crimine e collaborato con la giustizia per arrestare decine di funzionari e banchieri corrotti, la Suprema Corte Popolare aveva rigettato la sentenza ordinando al tribunale della provincia dello Zhejiang di riesaminare il caso. Con tutta probabilita', sostengono gli esperti, la pena sara' commutata in ergastolo, una virata comune dopo il passo indietro sulla pena capitale.
Figlia 31enne di un contadino, Wu Ying aveva costruito la sua fortuna dal basso, aprendo un piccolo salone di bellezza nel 1997. Negli anni, riferisce AgiChina24, la donna aveva reinventato piu' volte la sua attivita' passando dal noleggio auto all'industria dell'abbigliamento. Poi nel 2005 aveva fondato la Bense Holding Group che opera nel settore del real estate e delle commodities, e aveva 'sbancato'. Nel 2006 Hurun, il Forbes cinese, incoronava Ying "settima donna piu' ricca della Cina" con un patrimonio di 3,6 miliardi di yuan (circa 446 milioni di euro). Ma il suo successo nascondeva storie di truffe. Tra il 2005 e il 2007 la donna chiese e ottenne prestiti per 700 milioni di yuan a privati con la promessa di sostanziosi ritorni. Di questi, oltre 380 milioni di yuan non saranno mai restituiti, nonostante Wu Ying ostenti uno stile di vita tutt'altro dimesso alla guida di BMW e Ferrari. Nel 2007 scattarono le manette ai polsi dell'imprenditrice e nel 2009 arrivo' la condanna a morte.

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