26 novembre 2009

Napoli - Le mogli del clan Sarno contro le forze dell'ordine

La scorsa notte, mentre in ospedale Tarantino esalava i suoi ultimi respiri, i carabinieri del comando provinciale di Napoli, coordinati dalla Dda del capoluogo partenopeo, hanno inflitto un altro duro colpo al clan arrestando 15 persone tra cui Patrizia Ippolito, detta 'a patana', moglie di Vincenzo Sarno, oggi pentito come suo fratello Giuseppe.
Sono gli storici boss del clan. La Ippolito, che non è in carcere ma in un luogo protetto, ultimamente gestiva gli affari dei Sarno mentre Tarantino guidava il gruppo di fedelissimi con i quali cercava di riconquistare gli spazi perduti. Proprio a causa di un incontro con la Ippolito, la scorsa notte in manette è finito un consigliere comunale di Napoli, Achille De Simone, ex Pdci. Per lui l'accusa è di violenza privata per aver impedito, secondo i magistrati, la nascita di uno sportello antiracket nel comune di Cercola (Napoli). "Lei ci è stato sempre amico" avrebbe detto la Ippolito al consigliere che all'incontro aveva portato il nipote Giovanni De Stefano, promotore del progetto per aprire lo sportello.
Il colloquio, avvenuto il 3 luglio scorso in casa della donna nel rione De Gasperi di Ponticelli, base del clan, era stato organizzato perché i Sarno volevano allearsi con De Stefano per trasformarlo in una loro "quinta colonna", "un'anticamorra che diventa camorra" come scrivono i magistrati. "Per noi - avrebbe detto sempre la Ippolito a De Simone mentre De Stefano restava zitto - suo nipote può anche aprire lo sportello, ma non è la guerra che ci deve fare. Si deve mettere a disposizione a noi, deve avvisarci in caso si presenteranno persone intenzionate a denunciare".

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