2 settembre 2015

Alessandria - Un quarantenne sedotto da una escort, lei gli sottrae 35mila euro

Sedotto e innamorato di una bellissima «modella» di 26 anni, che per per lui aveva smesso di fare la prostituta promettendogli una relazione seria ed esclusiva. Talmente infatuato da arrivare a credere a tutto. A una gravidanza inesistente, a sparizioni improvvise. E, soprattutto, a continue e pressanti richieste di denaro, che lo hanno portato a sborsare, nel giro di poche settimane, quasi 35mila euro tra assegni e contanti. Così un quarantenne di Alessandria, un uomo poco appariscente, dall’aspetto trasandato e un po’ in sovrappeso, si è lasciato prosciugare il conto corrente, arrivando a coinvolgere persino la madre, con la quale vive. Lei è alta, capelli lunghi castani. Un corpo da star. Viene dalla Romania. Ha più di un’identità. Si fa chiamare Dea sulla strada. Denise dalla sua vittima. Ma il suo vero nome è Lucrezia. Ora, dopo la chiusura dell’indagine condotta dai carabinieri della compagnia San Carlo di Torino coordinata dal sostituto procuratore Andrea Padalino, e dopo l’ordinanza del gip, si trova in carcere. 
Lui ha dieci anni in più di lei. Non bello, considerato fragile psichicamente. Senza molte storie sentimentali alle spalle. Voleva una donna. Pensava di meritarsi una storia d’amore. Così quando ha visto Dea una sera, mentre aspettava clienti in corso Traiano, ha deciso di provarci. «Inizialmente non abbiamo avuto rapporti sessuali – ha rivelato – mi limitavo ad accompagnarla a casa…dopo ho avuto anche rapporti, per 30 euro a prestazione…nel maggio del 2015 però Dea mi disse che voleva abbandonare il suo lavoro da prostituta…mi disse che aveva difficoltà economiche e che doveva pagare una multa alla Guardia di finanza. se potevo aiutarla economicamente per cambiare le sue sorti... mi disse che aveva diecimila euro da pagare…mi proposi di aiutarla perché mi stavo affezionando a lei e vedevo che lei contraccambiava…».
E così, dalla speranza di iniziare un rapporto d’amore, inizia il ciclo delle bugie. E dei versamenti. Il primo è da 11.300 euro. «E’ una multa da pagare per la mia agenzia di moda, dopo che mi hanno sequestrato il locale», è la scusa. E lui ci casca. Preleva il denaro dal conto corrente cointestato alla mamma. La relazione continua. «Vedevo Dea due o tre volte alla settimana e avevamo rapporti completi senza preservativo». Un giorno però, l’amata sparisce. All’uomo di Alessandria arriva un sms: «Ciao amore sono incinta, per questo stavo male. Ho fatto il test. Sei tu il papà». Lui ci crede. E’ felice. «Mi giunse un messaggio in cui lei mi chiedeva dei soldi per abortire – spiega l’uomo ai carabinieri - ma io risposi che non lo doveva fare, che io non ero dispiaciuto del fatto che lei era incinta». Dea-Denise scrive di essere ricoverata all’ospedale Sant’Anna e di avere problemi di salute. Ma il suo innamorato, quando va a cercarla, non la trova. Dea però scrive sempre. Continui messaggini. «Amore sono in terapia intensiva….non fanno entrare nessuno…per ragioni di privacy. Ho l’emorragia….servono tremila euro …ho perso molto sangue….devo pagarli in contanti….il bambino non si salverà».
E lui esegue: fa cosa gli dice lei. Lascia il denaro in busta alla madre di Dea: tremila euro. E poi ancora. «Devi dare 1.550 euro a mia mamma per fermare l’emorragia». Non fa in tempo a pagare, che arriva l’ennesima richiesta via sms . «Mi hanno fatto la fattura del mio soggiorno in ospedale per quattro settimane: è di 2.550 euro e se non pago non mi fanno uscire». Il quarantenne non ha quasi più soldi. Ma la “madre” di Dea, che lo contatta, arriva a sostenere che la figlia è in coma. Lui le consegna tutto quello che ha. Ma un giorno, la realtà gli si palesa davanti agli occhi. Incontra Denise per la strada, in via Nizza, a passeggio. La chiama. Lei fa finta di non vederlo. «Le chiesi perché non era in clinica…capii che mi aveva preso in giro». La vittima non ha il coraggio di raccontare a nessuno la sua storia. Sarà l’ultima mossa, inaspettata, di quella che considerava la sua innamorata, a fargli svelare la verità. Lucrezia lo denuncia per sequestro di persona. Tenta l’ultima carta per salvarsi. I carabinieri della compagnia di San Carlo accertano subito che si tratta di una calunnia e parte l’indagine contro la donna. L’uomo si confida. Lo psichiatra consulente del pm Padalino dichiarerà che è «gravemente suggestionabile». Dea-Lucrezia-Denise, la donna misteriosa, viene incarcerata per calunnia e circonvenzione di incapace.

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