7 agosto 2013

Parona (PV) - Col bimbo in braccio, la libanese prima ruba cosmetici, poi picchia commesse

Rapina il Bennet con la figlia di un anno in braccio, e viene arrestata dai carabinieri.
La donna - A.A, 27enne, con cittadinanza libanese - era entrata nell’area supermarket del centro commerciale con l’intenzione di mettere a segno un taccheggio, ieri nella tarda mattinata. Ha nascosto addosso a sé e alla bambina prodotti cosmetici per un valore di circa 70 euro: poi ha tentato di oltrepassare le casse senza pagare. Ma i sensori antitaccheggio hanno comunque rilevato le etichette magnetiche ancora agganciate ai prodotti. L’allarme sonoro è scattato, due cassiere hanno tentato di bloccare la donna con la bambina.
A quel punto è nata una colluttazione che ha di fatto trasformato il taccheggio in un rapina impropria: cioè, non preparata come tale, ma divenuta appunto rapina perché sono poi state usate minacce o violenza contro la vittima di quello che inizialmente era un furto.
La donna, che ha precedenti penali, è stata comunque bloccata fino all’arrivo dei carabinieri della stazione di Mortara, che l’hanno arrestata in flagranza di reato, appunto per rapina impropria. In considerazione del fatto che è madre di una bambina in tenera età, le sono stati concessi comunque gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Vigevano.
La donna ieri poco prima delle 13 è entrata nel centro commerciale sulla ex statale 494 con la figlia, fingendosi una cliente. Ha raggiunto il reparto cosmetici, dove peraltro sono installate diverse telecamere antitaccheggio. Cercando di non farsi notare, la donna ha prelevato dagli scaffali diverse confezioni di prodotti cosmetici di piccole dimensioni che ha nascosto sotto gli abiti. Poi si è diretta verso un casa e ha tentato di uscire senza pagare.
I sensori però sono scattati, e due cassiere hanno cercato immediatamente di bloccare la donna. Quest’ultima ha cercato di allontanarsi, ma le cassiere le hanno sbarrato la strada. La donna allora le ha strattonate. Ne è nata una breve colluttazione, sufficiente comunque a trasformare il taccheggio in rapina impropria. C’erano i presupposti quindi per compiere un arresto in flagranza di reato, eseguito dai militari della stazione di Mortara, coordinati dal capitano Rocco Papaleo.
La donna verrà sentita dal giudice per l’interrogatorio di convalida dell’arresto, e il suo avvocato potrà presentare una richiesta di revoca del regime di limitazione della libertà personale, ovvero che sia rimessa in libertà in attesa di giudizio.

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