27 luglio 2013

Correggio (RE) - La 50enne perseguitava telefonicamente una famiglia

Condannata a quattro mesi, con pena sospesa. E’ finita con questa sentenza del giudice Andrea Rat, ieri mattina, la vicenda processuale che vedeva alla sbarra una donna di 50 anni L.A. (da tempo non abita più nel Reggiano) accusata di mesi di molestie telefoniche ai danni della famiglie che un tempo l’aveva accolta in casa, a Correggio.
Si trattava di chiamate infamanti, arrivate non solo sul ricevitore di casa, ma anche nei luoghi di lavoro di tutti i componenti della famiglia. Chiamate capaci di gettare fango sulla rispettabilità delle persone colpite e di rovinarne la loro reputazione.
Al processo, un anno fa, avevano testimoniato padre, madre e uno dei figli: le vittime delle chiamate. Che avevano spiegato come quelle chiamate fossero una sorta di ripicca nei loro confronti. Avevano, infatti, raccontato che tutto era iniziato dopo che avevano testimoniato, alla fine degli anni Novanta, davanti alla Sacra Rota dove l'ex marito della donna chiedeva l'annullamento dell'unione, ottenendolo. Una testimonianza mai digerita dalla donna.
I tre - tutti professionisti stimati - avevano raccontato di aver ricevuto - tra il luglio e il settembre del 2008, periodo a cui si riferisce il processo - fino a diverse decine di telefonate al giorno. E sotto accusa non c’erano solo telefonate, ma anche fax con insulti pesanti inviati contro il figlio, un medico, della coppia finalizzate a fargli perdere il lavoro. Altre chiamate erano state fatte contro l’altro figlio della coppia, un sacerdote.

vota su Diggita share su Facebook Twitter vota su OKNotizie