13 febbraio 2013

Parma - Si spacciava per un'amica per non pagare il bus: condannata

Per ben tre volte una diciottenne parmigiana è stata colta sull'autobus senza biglietto e ogni volta, con molta nonchalance, ha sempre detto di essere un'altra persona. Persona che, però, esisteva davvero: era un'ex compagna di classe della ragazza, ancora minorenne all'epoca dei fatti. La giovane che si spacciava per l'amica forse non pensava di rendersi responsabile di un reato penale piuttosto grave, la sostituzione di persona, che le è costato un processo e la condanna a nove mesi di reclusione. 
All'inizio del 2011 la giovane viene fermata dal controllore su una linea di autobus della Tep. E' senza titolo di viaggio. Il controllore compila il verbale, ma la ragazza dice di esere senza soldi e senza documenti. Dichiara l'identità falsa, certa di non pagarne le conseguenze. Ma dopo alcune settimane, la multa della Tep viene recapitata a casa dell'ex compagna di classe.
La cosa si ripete anche un'altra volta. La madre della minorenne chiede spiegazioni alla figlia, che si dice certa di non aver mai preso l'autobus negli orari contestati sui verbali. La donna sporge allora formale reclamo alla Tep, segnalando che c'è una persona che si spaccia per sua figlia. Il nome viene inserito nei database dell'azienda, affinché i controllori facciano opportune verifiche.
L'occasione si ripresenta presto. La diciottenne "impostora" viene fermata ancora sul bus, senza biglietto. Questa volta, il controllore verifica il nome sul database e si insospettisce. Chiama la polizia. Gli agenti chiedono alla giovane di cercare bene nella borsa se non abbia un documento. Lei mostra solo una tessera sanitaria, sulla quale c'è il suo vero nome. Con molta faccia tosta, insiste a ribadire di essere l'altra ragazza e di avere con sé la tessera sanitaria di un'amica che gliel'aveva prestata "per comprare le sigarette". La ragazza viene accompagnata in questura, dove la polizia riesce ad accertare la sua vera identità. Ne esce con una denuncia per sostituzione di persona.
Il giudice Pasquale Pantalone, su richiesta del pm Lino Vicini, l'ha condannata a una pena di 9 mesi di reclusione, sospesa in quanto incensurata.

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