8 ottobre 2012

Fasano (BR) - "Pioggia d'oro": pesanti condanne per le 8 donne della truffa


Pesanti le condanne inflitte questa sera – dopo oltre 9 ore di camera 
di consiglio – dal collegio giudicante presso la sezione collegiale penale del Tribunale di Brindisi (presidente Chiarelli, a latere Cacucci e Nestore) nei confronti delle 18 persone imputate rinviate a giudizio dal Gip Valerio Fracassi nella maxi inchiesta “Pioggia d’oro”. Una inchiesta legata all’indebita percezione di contributi pubblici finalizzati al risarcimento dei danni causati alle aziende agricole dalle calamità naturali. In molti casi le condanne sono state superiori a quelle richieste dal pm titolare della inchiesta Valeria Farina Valaori.
Queste le condanne.
Angela Cucci, 57 anni nativa di Fasano e residente a Cisternino - moglie del defunto dirigente provinciale Vito Guarini (ritenuto l’ideatore della truffa), individuata dalla pubblica accusa come l’elemento attorno alla quale ruota la truffa portata avanti per mesi che avrebbe fruttato a lei e agli altri imputati migliaia e migliaia di euro -, è stata condannata per i reati di truffa, falso e corruzione a 9 anni di reclusione (il pm Valeria Farina Valaori aveva chiesto 8 anni) con la interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e la confisca di tutti i beni sequestrati.
Anna Maria Carucci, 42 anni, di Ceglie Messapica, è stata riconosciuta colpevole dei reati di falso e truffa e condannata a 4 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 3 anni e 6 mesi di reclusione), alla interdizione dai pubblici uffici per 5 anni con la confisca di tutti i beni a lei sequestrati. 
I coniugi Domenica Prete, 42 anni, di Ostuni, e Martino Carucci, 47 anni, di Ceglie Messapica, sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno per i reati di falso e truffa (la pubblica accusa aveva chiesto 3 anni ciascuno). Inoltre è stato loro confiscato un immobile in Ostuni, mentre la restante parte degli immobili sequestrati gli è stata restituita.
Rosa Tommasina Montanaro, 75 anni, di Ceglie Messapica, è stata riconosciuta colpevole dei reati di truffa e falso ed è stata condannata a 4 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 3 anni e 6 mesi di reclusione) con la interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la confisca di tutti i beni a lei sequestrati.
I coniugi di Pezze di Greco Cosima De Matteis, 56 anni, e Vincenzo Melarosa, 57 anni, sono stati condannati per truffa e falso a 4 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno (la pubblica accusa aveva chiesto 3 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno) con la interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Ai coniugi Melarosa, inoltre, sono stati confiscati tutti i beni sequestrati.
A due anni di reclusione ciascuno sono stati, invece, condannati i coniugi di Montalbano, Isabella Caramia di 46 anni e Giovanni Laporta di 50 anni (per i quali il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno). Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli dei reati di truffa e falso. Il collegio giudicante ha disposto la confisca di un immobile sito in Montalbano dei coniugi Laporta, ed ha disposto inoltra la restituzione dei restanti beni sequestrati.
Per Palmira Monticelli, 48 anni, la condanna è stata di 5 anni e 6 mesi con la interdizione dai pubblici uffici per 5 anni (anche per lei la pubblica accusa aveva chiesto 3 anni e 10 mesi). Condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno per i figli dei coniugi Sollazzo: Caterina Sollazzo di 27 anni e Vito Antonio di 24 anni. Confiscati tutti i beni sequestrati alla famiglia Solazzo.

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