11 luglio 2012

Castel S. Pietro (BO) - Donna finse scivolata per ottenere risarcimento dal Comune

Condannata a dieci mesi di reclusione (pena sospesa) e a oltre 10 mila euro di risarcimento dei danni per aver truffato, fingendo una caduta, il Comune di Castel San Pietro e l’assicurazione che copre i danni causati da incidenti fortuiti di cui siano vittime gli stessi cittadini del comune. E’ andata male a una donna castellana di mezza età che in primo grado è stata condannata dal Tribunale di Imola per truffa consumata. 
La vicenda risale a più di tre anni fa, e per la precisione al 26 gennaio 2009. In quella data il tratto Castello-Ozzano è il più lungo (10 km e 840 metri) della parte ‘bolognese’ di questa. Facendo leva sul gelo e i gradini sdrucciolevoli, la donna dichiarò di essere scivolata e di aver dovuto far ricorso alle cure mediche certificate dalla documentazione portata in tribunale. Ma le indagini successive, quelle che per prassi vengono svolte in casi analoghi, non diedero effettivi riscontri della caduta nei tempi e nei luoghi illustrati dalla donna, ed anzi smentirono la possibilità dello scivolone nella discesa tra centro storico e parcheggio dell’ospedale, obbligando così la pubblica amministrazione alla contro-denuncia, seguita dal processo dove il Comune stesso e la sua assicurazione si sono costituite parti civili. 
La scorsa settimana, a distanza dunque di più di tre anni, ecco la sentenza di 1° grado. La donna, che in sede processuale ha incassato il dietrofront di uno dei testimoni che aveva presentato, è stata condannata per truffa consumata a 10 mesi di reclusione, pena poi sospesa, e le è stata comminata una multa di 300 euro. Ma non è tutto, perché la truffa costerà cara alla castellana anche in termini economici nel caso la condanna venga confermata anche dai successivi gradi di giudizio. In primo grado infatti per danni morali e materiali la donna è stata condannata a risarcire 3 mila e 500 euro al Comune di Castel San Pietro e 7 mila euro all’assicurazione, oltre al pagamento delle spese processuali. 
Della vicenda si era occupato anche il Carlino, che aveva pubblicato il 9 febbraio 2009 la notizia della caduta annunciata dall’associazione Forum alla quale la donna si era rivolta, decidendo poi di proseguire senza il supporto dell’associazione l’iter legale successivo. A seguito della condanna della donna non si esclude, ora, l’avvio di un appendice d’indagine per verificare il corretto operato del medico curante della paziente castellana.

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