8 aprile 2012

Calvagese (BS) - Una 49enne inscena rapina: pensione della suocera per coprire debiti di gioco

Era convinta di aver congegnato un piano minuzioso. Era certa di riuscire a farla franca, nascondendo dietro a una denuncia per rapina la sottrazione della pensione della suocera, servita al contrario a coprire debiti di gioco. E invece si è trovata lei stessa con una denuncia sul capo.
Con ordine. Lunedì scorso una donna 49enne, residente a Calvagese della Riviera, si presenta dai Carabinieri di Bedizzole intenzionata a sporgere denuncia: «Sono stata rapinata al cimitero di Calvagese. Erano in due, due uomini». La donna ha raccontato agli uomini dell'Arma di essere stata avvicinata da sconosciuti, di essere stata aggredita con calci e pugni. Non solo. Secondo la descrizione resa dalla signora, i malviventi l'avrebbero trafitta con una siringa, iniettandole un liquido che le avrebbe fatto perdere i sensi. Al risveglio, nessuna traccia della pensione della suocera - circa 500 euro - ritirata in qualità di delegata.
I Carabinieri di Bedizzole coordinati dal maresciallo Mauro Sberze danno quindi il via alle indagini. In primis vengono scandagliate tutte le registrazioni di telecamere a circuito chiuso installate nei pressi del cimitero a servizio di abitazioni private, luoghi pubblici o aziende. E già i primissimi rilievi modificano i contorni del quadro tratteggiato dalla signora: a parte l'auto della stessa, i filmati non mostrano alcun movimento equivoco. Niente che si lasci ricondurre a una circostanza tanto cruenta.
La siringa, dal canto suo, viene effettivamente recuperata nel parcheggio del campo santo. Sprovvista però - altro elemento che suscita perplessità - dell'apposito tappino di copertura: pare infatti strano che la siringa possa essere stata estratta dal rapinatore senza alcuna protezione dall'ago. Il puzzle inizia a difettare di troppi tasselli, cui si aggiunge l'esame del referto medico, niente affatto in linea con la ricostruzione dei fatti fornita dalla presunta vittima: i sanitari riscontrano in effetti la puntura di una siringa, ma dei segni delle percosse non pare essere rimasta traccia.
In paese, intanto, la notizia dell'episodio si diffonde, e con essa pure il timore dei visitatori del cimitero, che auspicano una rapida risoluzione delle indagini con l'identificazione dei responsabili.
Le verifiche serrate condotte nei giorni immediatamente successivi alla vicenda ricostruiscono una visione d'insieme piuttosto diversa da quella riportata dalla donna. Che viene pertanto convocata in caserma, ove le vengono fatte notare le numerose incongruenze e vengono richiesti ulteriori approfondimento in ordine all'accaduto. Per la 49enne è troppo: vacilla, cede, confessa. «Mi sono inventata tutto». Nessuna rapina, nessuna colluttazione. Tutto era stato confezionato ad arte per giustificare la sparizione della pensione della suocera. Per non doverle spiegare che quei soldi erano già stati spesi, utilizzati per sanare debiti di gioco. Lotto, in particolare, ma nulla toglie che lo spettro ludico possa essere più esteso.
La donna, incensurata, è stata dunque denunciata a piede libero per simulazione di reato e procurato allarme.

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