23 ottobre 2018

Bologna - Falsificò il testamento per risultare unica erede

Il giudice del Tribunale di Bologna, Renato Poschi, ha condannato a 2 anni Simona Volpe per falsificazione di testamento.
Il processo nacque dall’inchiesta sulla scomparsa di Biagio Carabellò, di cui non si hanno notizie dal 23 novembre 2015 e per cui recentemente la Procura ha chiesto l’archiviazione.
L’imputata è un’amica della fidanzata di Carabellò, Elisabetta Filippini, morta nel 2010. La Procura aveva chiesto una condanna a 2 anni e 2 mesi. Volpe era accusata anche della distruzione del testamento olografo, ma in questo caso il giudice ha dichiarato il reato prescritto.
Nel testamento (ora giudicato falso) Simona Volpe, assistita dall’avvocato Anna Vio, era nominata unica erede, ma tre perizie - dei consulenti della Procura, del Ris di Parma e degli esperti nominati dalla parte civile - avevano concluso per la falsità dell’atto.
Le indagini dei carabinieri avevano preso le mosse dall’esposto dei familiari dello scomparso, assistiti dall’avvocato Barbara Iannuccelli, dopo il ritrovamento a casa di Carabellò di un altro testamento olografo di Elisabetta Filippini, che designava invece il fidanzato come erede di due terzi dei propri beni, mentre il resto era destinato ai salesiani del Sacro Cuore.
Soddisfatta l’avvocato Iannuccelli, che rappresentava come parti civili la sorella di Carabellò (la cui figlia minore era stata indicata da Filippini quale erede in caso di morte di Biagio) e Guido Pedroni, responsabile delle missioni in Africa dei frati. «Il dato certo è che Simona Volpe è stata condannata a due anni per aver falsificato il testamento - ha detto Iannuccelli - mentre per quanto riguarda la distruzione del testamento olografo il reato è stato dichiarato prescritto e le motivazioni verranno pubblicate entro 90 giorni.

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