16 giugno 2018

Reggio E. - Imprenditrice condannata per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale

Si è chiuso ieri a Reggio Emilia, nel tardo pomeriggio, il procedimento sulla maxi-frode con l’acciaio.
La Corte – presieduta da Alessandra Cardarelli, giudici a latere Luca Ramponi e Simone Medioli Devoto – dopo quasi sei ore di camera di consiglio ha condannato l'imprenditrice sassolese Patrizia Gianferrari a 6 anni e 8 mesi di carcere, per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.
Si è concluso così, dopo 12 anni, il processo in primo grado sulla maxi frode al fisco, compiuta tramite una compravendita di acciaio, in cui sono stati evasi 100 milioni di euro di imposte e 30 milioni di Iva.
Patrizia Gianferrari è stata ritenuta braccio destro di Massimo Cianciamino, figlio del mafioso don Vito, e la Top3 srl in provincia di Piacenza è stata ritenuta sede dell’associazione a delinquere.

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