24 novembre 2012

Milano - La fashion-blogger faceva sparire i capi dopo i servizi di moda

Sul web era nota per i suoi consigli «fashion», e sicuramente le utenti del suo blog "The Little Black Dress" e della omonima pagina Facebook le invidiavano la possibilità di provare e sfoggiare tanti capi e accessori firmati all'ultima moda. Ma non avrebbero mai immaginato che la loro beniamina, Olivia Alexandra Clenin, 25enne milanese nata a Ginevra, avesse avviato un vero e proprio commercio illecito di vestiti rubati. In casa della nota fashion blogger, proprietaria di un appartamento di lusso in zona Porta Nuova a Milano e di due abitazioni a Ginevra, sono stati trovati 220 capi di abbigliamento femminile di diverse marche (Manoush, Traffic People, Tuwé Italia, Vittoria Romano, Ferragamo, Adidas, McCartney) per un valore pari a circa 60mila euro, sottratti illegalmente alla società «No Word», che si occupa di sfilate di moda e servizi fotografici per riviste specializzate. La 25enne è stata denunciata a piede libero per furto e appropriazione indebita. Sono in corso le indagini per verificare se in altre società dove la giovane ha lavorato (tra cui Ferragamo e Cavalli) si siano verificati furti collegabili alla vicenda.
Tutto è partito dalla denuncia delle due titolari della società «No Word», che a Milano lavora nell’ambito della moda e delle grandi firme, società per la quale la Clenin lavorava come responsabile dell'atelier. Le indagini dell’Unità antiabusivismo della Polizia locale, dirette dal comandante Tullio Mastrangelo, hanno appurato che la 25enne aveva escogitato un ingegnoso sistema per appropriarsi degli abiti, dopo che questi erano stati indossati per i servizi di moda, senza che fosse possibile notarne immediatamente la mancanza e senza che i sospetti potessero cadere su di lei. Dato che era lei a «movimentare» le uscite e le entrate dei capi, le era facile farne sparire alcuni e portarseli a casa. Gli abiti venivano successivamente messi in vendita anche per mezzo del suo fashion blog e tramite Linkedin, come fossero capi da lei acquistati per sé e mai indossati.
Online la Clenin dà consigli su come vestirsi e truccarsi, anche ispirandosi al proprio oroscopo o ispirandosi alle più famose celebrity, di cui mostra gli outfit più alla moda. Inoltre lavorava come addetta stampa di diverse riviste di moda, e organizzava eventi legati all'universo fashion. Le indagini sono partite da una serie di controlli incrociati, utilizzando il database sul quale era registrato il movimento dei capi di abbigliamento che transitavano nell’agenzia di moda e le foto d’archivio degli stessi abiti. Gli agenti sono riusciti a ricostruire i movimenti delle donna tra l’Italia e la Svizzera fino a «incastrarla» dopo un perquisizione domiciliare a Milano, e a recuperare gran parte della refurtiva, che vi era esposta come in un vero e proprio showroom con ancora le etichette originali. Quando i vigili le hanno contestato il reato, Olivia Alexandra ha candidamente esclamato: «Erano miei vestiti. Io li compro in blocco nei negozi, ma gli scontrini fiscali poi li butto». Ma le foto, allegate alla denuncia, dei capi rubati l'hanno incastrata.

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