30 settembre 2011

Roma - La maitresse colombiana arruolava le connazionali


Al quartiere Esquilino alcune ragazze adescavano i clienti da una finestra che dava sulla strada. Il bordello era gestito da una colombiana, già sottoposta agli arresti domiciliari, e dal suo compagno D.P.M., pregiudicato romano di 46 anni.
La donna era la “maitresse” delle ragazze. Era lei, infatti, che si procacciava le donne, tutte di nazionalità colombiana, da avviare alla prostituzione, convincendole ad arrivare in Italia ed offrendo la disponibilità del suo appartamento.
L’uomo, invece, si occupava delle pratiche burocratiche: appena le ragazze arrivavano in Italia, si preoccupava dei documenti necessari ad avviare immediatamente le pratiche per regolarizzare la loro residenza. In cambio dell’ospitalità, le donne dovevano versare alla coppia la somma di 700 euro mensili.
Anche qui a insospettire gli agenti è stato il continuo “movimento” di uomini in via Achille Grandi. Hanno così sorpreso le ragazze che, affacciate alla finestra dell’appartamento, si procuravano in modo inequivocabile dei clienti, invitandoli a salire. A quel punto i poliziotti sono entrati nell’appartamento, dove hanno sorpreso, oltre alla “maitresse” una delle ragazze ancora in compagnia di un cliente.

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